DEPRESSIONE "UN'ESISTENZA DRAMMATICA"

Pubblicato il da poesieantonio

LETTERA INVIATA  ALLO SCRITTORE ROBERTO GERVASO E PUBBLICATA NE "IL MESSAGGERO" NEL 2011

 

Mio caro Gervaso, troppe volte l'ho sentita (letta) parlare di depressione e non ho dubbi sulla sua buona fede nel mettere a nudo lo stato d'animo che la "possiede".

Senza nulla togliere alle sue sofferenze psicofisiche, vorrei ricordarle che ci sono persone che non hanno la possibilità di deprimersi, tantI e profondi sono i problemi quotidiani che sono costrette ad affrontare.

Le illustro per sommi capi l'evolversi della mia vita ben consapevole che molti altri hanno avuto ed hanno una vita che li costringe ad affrontare quotidianamente salite ripidissime.

Personalmente nasco orfano (mio padre muore sei mesi prima della mia nascita) in un piccolo paese nell'entroterra della Sardegna e trascorro la mia infanzia con pochissimo amore (quello di mia nonna) e tanta violenza, senza le cure di mia madre costretta ad emigrare a Roma in cerca di un lavoro.

Ad otto anni vengo trasferito in un collegio di Amatrice e affidato alle "amorevoli" cure dei preti e dove rimango per sei lunghi e dolorosi anni.

A quattordici anni esco dal collegio e vado a vivere con mia madre e le mie sorelle, che dopo varie peripezie, riescono a prendere in affitto un appartamente di due camere e cucina nel quartiere Magliana e a ricomporre la famiglia saltando d'un fiato tutto ciò che può rappresentare la famiglia dalla nascita in poi.

Inizio il lavoro di pittore edile e dopo qualche anno, il mio amore per la letteratura e la poesia in particolare, mi sprona a riprendere gli studi presso una scuola serale.

Unendo il primo biennio e dopo il secondo, riesco in tre anni ad ottenere il diploma di Geometra, diploma che ottengo lavorando dalle ore 7 alle 19 con una sola ora d'intervallo, poi direttamente a scuola fino alle 23 / 24 e quindi finalmente a casa a cenare e studiare.

Il lavoro di pittore edile è pesante e mi calza stretto, m'inbarco quindi con un socio nella direzione di una Impresa di Restauri Edili, ma non essendo l'onestà di questo mondo, rimango invischiato in una situazione debitoria causata dal socio che, curando l'amministrazione, riesce ad intascare svariati milioni di lire e ad esporre il mio nome ( la Ditta è intestata a me) per tanti altri milioni firmando assegni e cambiali con il mio nome per fuggire poi in Australia.

Siamo agli inizi degli anni ottanta e completamente a terra e con un patrimonio di  settecentocinquantalire (750), indosso di nuovo i panni del pittore edile e ricomincio con grande fatica una nuova avventura pieno di debiti, di rabbia,  di tristezza e senza possedere alcunchè.

 Certo in quei giorni una depressione profonda mi assale e penso al suicidio, ma in quei rari attimi di lucidità che una situazione del genere ti concede, pensi che il suicidio sia un atto di vigliaccheria che trascinerebbe l'intera famiglia in un baratro profondo.

Il pensiero delle due figlie e di mia moglie, mi ha aiutato a rimboccarmi le maniche e a rialzare la testa con forza ed orgoglio.

Una serie impressionante di disavventure accompagnano la mia vita privandomi di tutto meno che dell'affetto dei miei cari.

Salto a piè pari la cronologia della disavventure causate dalla cattiveria e dall'idiozia del prossimo ed arrivo ad un altro capitolo amarissimo: la perdita in tre anni delle mie due sorelle e di mia madre.

Ancora dolri, fisici e morali, dolori che spezzerebbero la "schiena" anche al più granitico degli uomini.

Il pozzo è sempre più profondo ed è praticamente impossibile scalarlo.

Ecco quindi che tocca a mia moglie fregiarsi di una malattia rara che porta alla Dialisi e alla applicazione del Pacemaker, ecco che tocca a lei avvicinarsi per tre volte alla morte "aiutata" da gravi errori medici.

Dialisi Pacemaker ed altre gravi patologie, cambiano completamente la vita a mia moglie ed alla intera famiglia.

Chiudo elecando schematicamente altri tasselli di una vita problematica: Dal mese di Dicembre 2010 non percepisco stipendi dalla ditta per la quale prestavo la mia opera, mi sono dimesso per "Giusta Causa" e da Agosto posso contare su di un assegno di disoccupazione che ammonta a poco più di 800 euro mensili ma che tra non molti mesi, l'INPS smetterà di erogare, a Febbraio 2011 sarei andato in pensione di vecchiaia ma grazie alla lungimiranza dei politici, slitterà di un anno (quella di Anzianità, nonostante io lavori dall'età di quattordici anni, non sono riuscito ad agganciarla), non possiedo alcuna abitazione e rischiamo di perdere la casa condominiale ( mia moglie è titolare di una portineria che prevede, finchè è in servizio, l'uso dell'appartamento).

Mi fermo davvero saltando tanti momenti difficilissimi.

 

LA RISPOSTA DI GERVASO:  Se ciò che mi scrive è - come penso- vero, dico a me stesso e ai miei lettori: non lamentiamoci

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S
mi trovi al mio blog ovipera
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P
<br /> <br /> Ho letto e trovo molta dolcezza, molta tenerezza e profondita<br /> <br /> <br /> <br />
S
molto bello qui
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P
<br /> <br /> Grazie<br /> <br /> <br /> <br />